Area generale di raccolta interventi.
I documenti del gruppo su trasgressione.net
Nello scorrere una serie di scritti prodotti da alcuni componenti del Gruppo della Trasgressione, mi appare sempre ricorrente la realtà per cui nessuno si piace nemmeno un po’. Sento abbastanza chiaramente questa corsa verso un cambiamento radicale emotivo e pratico, incontro al quale in qualche modo tutti si sentono di dover andare.
Fermo restando che è per me pienamente comprensibile che tipacci del genere possano non piacersi, credo sarebbe molto più costruttivo, semplice, ma soprattutto molto più assennato e fattibile, cercare di apprezzarsi per ciò che si è e successivamente arrivare ad accettare anche gli aspetti negativi del proprio essere.
Ritengo altresì che non necessariamente il compiere azioni non giuste agli occhi del mondo, nello specifico commettere reati, sia squalificante a livello personale né, tanto meno, credo che sia un motivo per disprezzarsi o biasimarsi. Di fatto, esiste l’aspetto punitivo della questione, per cui chi “sbaglia” incorre in un castigo, o lo rischia, questione a mio avviso sufficiente per ritenersi alla pari con il resto del mondo (che poi il resto del mondo sono le persone con cui ci rapportiamo). Credo di conseguenza che viaggiare gravati dal senso di colpa, oltre a quello di colpevolezza, non ha alcuna utilità, né ha ragion d’essere questo handicap con cui si affronta la vita quando si cerca di ricominciare.
Alberto Marcheselli
NOI SIAMO BELLI di Gaetano Viavattene
in risposta ad ALBERTO MARCHESELLI
Se qualcuno del nostro Gruppo pensa che qualcun altro non si piaccia nemmeno un po’ forse non ha capito bene il senso del gruppo o semplicemente non si piace lui stesso.
Per quanto io mi sforzi di capire cosa voglia dire questa provocazione a noi come Gruppo, non ci riesco e non la potrò mai accettare.
Molte persone che frequentano il Gruppo, mettendo in gioco la loro vera personalità e accettandosi per ciò che sono realmente, sono effettivamente cambiate, ed in meglio.
Nascondersi dietro un’ombra non risolve i problemi, mostrarsi per ciò che non si è non permette di essere più accettati dalle persone: si corre il pericolo di essere accettati con una maschera di insofferenza o di non essere accettati affatto.
Uscire allo scoperto ed essere sé stessi, allontanandosi dall’ombra che per anni ci ha mascherato e quindi andare verso un cambiamento, non può solo che essere la strada giusta per ritrovarci e accettarci per come siamo e non per quello che a tutti costi abbiamo cercato di far credere a noi stessi e agli altri.
Per quanto per chi ha commesso reati l’aspetto punitivo possa essere rigenerante, questo non é assolutamente il modo giusto di pensare perché il problema va oltre l’aspetto punitivo.
I disagi che causa la persona che fa reato sono disastrosi per coloro che lo subiscono e che assistono all’aggressione: può provocare grandi traumi psicologici.
Per essere a pari con le istituzioni basta scontare la pena inflitta dallo Stato, ma per pareggiare i conti con chi subisce l’atto pratico forse è meglio pensare ad un cambiamento radicale ed essere coscienti del fatto che non si può vivere in quel modo.
La società civile merita di sentirsi sicura: per le strade, nelle banche o nei propri uffici, nelle scuole e nei mezzi pubblici… è chiaro poi che non si pareggia mai con lo Stato perché si perde sempre. Chi fa reato perde la propria libertà, si autodistrugge e non sarà mai a pari con nessuno.
È giusto però ricominciare a vivere, tutti ci devono provare con idee chiare e non superficiali per non incappare in quella rete che toglie l’ossigeno frantumandoti l’esistenza.
Spero di essere stato chiaro e spero che molti giovani capiscano il mio messaggio: non tradire te stesso, non guardare nell’ombra e prova ad essere un uomo felice.
A volte si vive un sentimento d’impotenza che non ci permette di manifestarci per ciò che siamo realmente e questa condizione umana e sociale, oltre ad essere dannosa, è anche padrona…
"Non ricordo con precisione la mia prima volta al gruppo; ricordo molto bene il forte disagio che avvertivo partecipando agli incontri. Questo disagio è ancora vivo in me ogni volta che vengo alle riunioni; ogni volta che sento il bisogno e la volontà di esprimere le mie opinioni c’è qualcosa che mi blocca. Se riguardo indietro nel tempo, mi vedo come un peso per il gruppo perché con i miei imbarazzanti silenzi non sono mai riuscito a confrontarmi con gli altri.
Ogni volta che andavo via dal gruppo mi ritrovavo a riflettere su ciò che si era discusso e spesso e volentieri mi sono trovato in disaccordo con la maggioranza delle persone. Ma a causa di questo mio disagio non ho avuto il coraggio di confrontarmi.
[…]
Una volta il Dottor Aparo diceva che per far andare avanti il gruppo c’era bisogno di benzina; io quella volta non mi sentivo benzina ma mi sentivo un passeggero.
Ora con questo mio ritorno voglio sentirmi benzina e non più passeggero scomodo."
Per come mi sento, per come sono fatta, e per quanto mi riguarda, trovo queste confidenze di Christian di una bellezza straordinaria (così come il suo ultimo scritto sul rapporto con i suoi genitori e sul piacere della scoperta di poter godere e realizzare il potere su se stesso). Io non esprimo particolari ragionamenti. Perché in me prevalgono sempre le emozioni e i pensieri sulle emozioni. Il mio pensiero anche quando deve concentrarsi su uno schema concettuale, lo deve sempre dipingere e farcire di stati d'animo. In negativo o in positivo o secondo quel viscido e subdolo spettro che è la noia. Quella situazione in cui pensi senza che si pensi e con la stanchezza di pensare; senti senza che si senta e con l'angoscia del sentire; non vuoi senza che non si voglia e con la nausea di non volere. E allora assisti all'isolamento di te stessa in te stessa senza che al di fuori della tua vita cambino i tuoi legami con gli altri. Gli altri ci sono sempre per te, adorano la tua solarità, ma non ci sei più tu per te stessa. Ti imponi severamente di rinunciare ad una parte di te stessa, e nel mio caso a quella più spontanea e sbarazzina. Devi controllare assolutamente i tuoi eccessi emozionali in nome di una misurata serietà. Perché così non vai bene. Ma poi non ce la fai. Per fortuna. E ritorni ad essere pienamente te stessa.
E così quando leggo o sento di confidenze come queste, io mi sento scintillare dentro, e poi sento…… pum…pum…pummmmmm……….silenzio………e tutto quanto il mio corpo salta in aria e si frantuma in mille coriandoli colorati. Non penso che sia follia. E' la bellezza di ascoltarsi e di trasmettersi le proprie emozioni, le proprie debolezze e disagi. E' il vivere l'Uomo nella sua spettacolarità e irriducibilità. Basta poco per farlo. Una parola, un pensiero, un piccolo gesto.
Al gruppo di giovedì scorso a Bollate, dopo l'intervallo, Christian, ventenne, è rientrato accarezzando la testa del Dott. Aparo, cinquantenne e più alto di lui. Io ho assistito a quello splendido gesto d'affetto. E ho riso per la tenerezza della scena. Christian di fronte alle risa si è sentito un po' in soggezione, un po' imbarazzato e un po' confuso. Non capiva. Gli ho detto che ridevo per quel motivo. Ridevo per sim-patia apprezzando la splendida naturalità e umanità di un gesto di affetto. Una carezza che non riesco a togliermi dagli occhi. Una carezza che collego al suo disagio forse già un po' passato (non so). Christian non deve aver paura di essere la sua spontaneità. Perchè è lì che si trova la sua umanità.
Io ci tengo a farglielo e a farvelo sapere. Perchè a noi persone questo fa bene e fa piacere (ovviamente nei giusti limiti) e aiuta tantissimo. Chiaramente quando domina la piena sincerità e il più totale disinteressamento.
HOW MANY DREAMS by Vito Cattaneo
How many dreams my childhood has beguiled
from playing the piano
to the hero who saves the world
but this was the time
I was not considered.
How many dreams my adolescence has dreamt up
from motorbike-competitions
to vieing with my father
but this was the time
I thought everything was infinite.
How many dreams my youth has pursued
from the power of money
to the illusion of invincibility
but that was the time I had
to admit I was limited.
How many dreams my maturity can realize
from the awareness of what I want to do
to the limit of what I can do
this is the time to work.
How many dreams forgotten
how many idle dreams
how many dreams still opened
in the depths of my heart.
Ciao a tutti.
Vi propongo un argomento adatto a questa sezione del Forum;
- L' Identita' Virtuale.
Ritengo che tutto cio sia importante sopratutto nel caso ci siano utenti che non sempre possono accedere ad internet, pero come noi tutti, sentono continuamente parlare di Facebook. Si sente tanto questa parola, ma Facebook cos'e"? Perche c'e' questo desiderio di avere la propria identita' virtuale o loculo, come dice l' autore di un bel testo che ho trovato in rete; http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2008/11/facebook-prigioniero.shtml?uuid=8827fdea-af01-11dd-a99d-3627287c4046&DocRulesView=Libero
Facebook e' la galera virtuale e tanti che l' anno trovata, non sanno piu abbandonarla.
E' veramente cosi? Vi va di parlarne?
Grazie, ciao
Prima di andare a dormire, dedico una riflessione a mia moglie, ma la vorrei dividere anche con voi.
Quando la pancia della Trasgressione e' piena e quando anche tutte le lacrime si sono asciugate e si cerca altri orizonti. Nei pensieri e' una operazione calcolata, poi ci si imbatte negli effetti collaterali della vita stessa. Un giorno, dopo avere comprato una spugna marina, nel negozio di vernici, trascorsi il resto della giornata con mia moglie, per capire la ragione di "dove" si compra la spugna. Il mio target era di usarla nella vasca da bagno, l' ho vista e l' ho comprata.
No, la spugna si compra nel negozio dove ci sono i dentifrici, bagnoschiuma e tutta la profumeria.
Io non sapevo dove comprare la spugna prima, ne ho vista una e mi e' parso potesse essermi utile, non pensavo che da li, avrei iniziato a scoprire dove comprare questo e quello. Mi sono reso conto a 27 anni, che non ero stato in tutti i negozi. Avevo capito dove si comprano le spugne. Io da allora ho sempre continuato a comprare le spugne al negozio di vernici, perche costa di meno, sono grandi e le formo come mi piacciono. Uso delle parti per fare delle decorazioni.
Ma fosse soltanto il problema della spugna, ben venga. Ma noi, quando abbiamo deciso di fare diversamente e piano piano troviamo la direzione, d' un tratto ai nostri occhi capita il futuro, ancora prima che la mente sia a fuoco. Non era un appuntamento, succede in un momento di trovarsi la compagna e poi da li si va avanti….. io lo scrivo dopo 20 anni !!!
Tolgo tutto il resto adesso, vorrei dare evidenza al ruolo di mia moglie e tutte le vittime invisibili, in questo caso che "pagano" dopo addirittura, a fine pena. Non me la sento di fare un elenco, ma se penso quante volte mi e' successo di essere impulsivo negli ultimi 20 anni ed anche molto arrabbiatto….. solo adesso che scrivo, penso a quanto fosse impreparata mia moglie. I miei racconti sembravano cose da film, io col mio impegno e tanta confusione devo dire che riuscivo simpatico generalmente, ma sopratutto a Lei. Sentivo bisogno di scusarmi se mi volgevo di spalle, mi sentivo oltraggiato se mi dicevano "zzo c'hai da guardare?" … e rispondevo con una doccia di pugni, anche perche ero in terra straniera e non parlavo ancora la lingua ed il tutto succedeva a gesti, in una velocita incredibile. Quando si realizzava l' accadutto era tutto finito. Mia moglie e' rimasta impressionata e non aveva la cultura e neppure deiprototipi remoti, da prendere in considerazione, a parte qualche visita allo zoo….. non aveva alcun modo di riuscire a capire le esplosioni, l'orgoglio, l' onore, la dignita e …… il cervello ibernato.
Immaginatevi che in questo preciso istante, vi compare un extraterreste davanti, che svolge la sua normalita e voi siete impreparati per questo.
per mia fortuna ho trovato subito un buon lavoro ed ho avuto piccoli successi. Guadagnavo abbastanza e forse e' li lavorando, che mi sono potuto permettere delle smargiassate, che da balordo non ho potuto fare per esteso. Ma le ho sentite tante volte raccontare. Ripeto, ho avuto un lavoro ed un compenso continuo che mi ha permesso di fare questo. Questi impulsi, non erano totalmente compresi da mia moglie. Nel senso che avevo fatto una cena con un paio di amici e con mancia e tutto avevo lasciato giu 500 euro, poi entravo al casino e lasciavo altri 10 / 15 mila ….. mia moglie, una mattina volle controllarmi, non capiva, secondo Lei, mi drogavo. Ma io non mi sono mai potuto neppure permettere questo, nelle mie remote disgrazie, qualche spinello…. e tutto, non conosco niente del resto, neppure dopo 20 anni di Amsterdam. Non so cosa sia un estasi, un viagra, niente dico. Mi venne da ridere, mia moglie mi domandava se mi drogavo e ridevo come non potete immaginare …… poi pianse e volle sapere dove erano finiti quasi 300 milioni di lire !!! Ricordo che risi e domandai, ma veramente pensi che ho a che fare con la droga? ma vado al casino !!! Wow Man…. ricordo un tonfo sordo …. BASTA !!! Mi propose di concludere questa sceneggiata alle isole Canarie. Andava avanti da quasi 3 anni, guadagnavo e spendevo, Lei non voleva venire sempre….io volevo uscire sempre. Ho tenuto una macchina in affitto, quasi sempre posteggiata soitto casa, per ben due anni e mezzo. Dico in affitto. Un alieno avrebbe fatto meglio. E' fu cosi, "BASTA" …. abbiamo fatto pochi pacchi, infretta per la fuga, dovevamo andare via da questo circolo assurdo, che non aveva un futuro… a detta di mia moglie. Abbiamo regalato di tutto, tv, radio, stereo, tutto cio che puo esistere in una casa. Ci siamo portati un paio di valigi, con i nostri vestiti…. e devo dire, non avevamo neppure delle cifre gigantesche.
Ero pronto per qualsiasi esperienza, ma ammetto adesso, fu terrificante, mi trovai su un bulldozer a prendere sassi enormi dalle navi e poi facevo diventare tutto borotalco. 10 mila kg di borotalco al giorno, per un salario mensile, che mi avrebbe fatto mangiare al casino due volte.
Incoscientemente sono stato al gioco e mi e' andata anche bene, perche ho trovato dei riferimenti per la vita. Le Canarie in quel momento li, fu come il Paese dei Balocchi, per Pinocchio e lucignolo, non ero preparato mentalmente.
Mia moglie e' una vittima invisibile, dei problemi che ho spesso inconsciamanete, quale nostra causa. Oggi ho domandato a mia moglie, se le piacerebbe raccontare la Sua storia, perche poi e' un segreto che non puoi mai rivelare a nessuno…… mi ha detto che ci pensera'. E' un poco timida, ma credo che alla fine rispoderebbe a delle domande. Sulle Canarie risponderebbe con molta rabbia.
E' quasi impossibile per me dire veramente cosa comporta questo impatto continuo che mia moglie ha ottenuto per molti anni a volte penso che mia moglie e quelle persone come Lei meritano un premio grande cosi.
ciao a tutti.

Un bruco si muove a fatica e forse non immagina neppure che un giorno diventera' una farfalla e potra volare.
Un grande ciao a tutti i Bruchi che come me sperano e sognano un futuro migliore ….
Madriano
