Facciamo come abbiamo fatto al gruppo con il professor. Zuffi, che prima di sapere cosa voleva dire Adriano dico quello che mi fa venire in mente questa immagine….
Zuffi dice che il bello delle opere d'arte è che risvegliano in noi sentimenti e sensazioni, indipendentemente dal significato originario che aveva voluto dare l'autore.
Provo a dire qualche cavolata, Adriano perdonami….
All'inizio ho pensato: quello in piedi a sinistra è il padre, che sta abbracciando il figlio.
Ma poi ho pensato che, se così è, l'opera dovrebbe chiamarsi "il ritorno del figlio" non il ritorno del padre…
Mi sono chiesta: potrebbe essere quello piegato, con gli occhi chiusi, il padre?
Mi affascina questa idea!!
La figura in piedi ha qualcosa di contraddittorio… forse perché ha un espressione che mi sembra "dura", severa, sembra che ha un sopracciglio alzato…. Però è anche la figura che sta abbracciando….
Potrebbe quindi rappresentare il figlio nel suo dilemma? Il doppio…. Come se la figura si sdoppiasse tra il desiderio di abbracciare e perdonare il padre tornato da lui e il rancore che ha bisogno di tanto tempo per andarsene del tutto….
E in questa visione dell'immagine il padre è piegato nella sua fragilità, la fragilità dettata dal senso di colpa di aver cacciato suo figlio…
Oppure la figura in piedi a sinistra è il padre che pur nella sua severità riesce a trovare la forza per tornare ad abbracciare suo figlio?