Ho concepito l'idea dell'Anfora il 29 Giugno 2007 quando ho scritto per la prima volta queste parole sul mio blog a seguito di un episodio realmente accaduto.
Sono passati due anni e in questi anni il numero di volte che ho riletto questo scritto si approssima più o meno all'infinito.
Tutt'oggi mi rispecchio in quanto ho scritto allora, anche se da allora la rabbia ha lasciato spazio ad altri sentimenti che si sono susseguiti nel tempo: la tristezza, la delusione, la noia, la solitudine, la paura, la desolazione. Per contenere tutti questi sentimenti io non ho mai smesso di cercare quell'Anfora.
L'Anfora come vaso in cui vomitare i propri sentimenti da mettere poi sotto il letto è un surrogato. Il surrogato di una persona che possa ascoltare, accogliere e contenere questi sentimenti.
La differenza sostanziale tra queste due possibilità è forse il fatto che i sentimenti sotto il letto restano lì per sempre, e anche se pensiamo di averli dimenticati lasciano uno strascico del loro eco dentro di noi. Al contrario trovare qualcuno che ti aiuti a rielaborare questi sentimenti ti dà la possibilità di crescere.
Oggi ho riletto questo scritto perché pensavo alle parole di Livia, mi pareva che fossero le parole di una persona che ha trovato la sua Anfora. In questo momento non ricordo nemmeno dove ci siamo scambiati queste parole, chissà se Livia, leggendo quanto sto scrivendo, sta pensando proprio a quelle parole a cui mi riferisco.