Buongiorno Livia,
sono una laureanda di Psicologia in Bicocca e ho parlato oggi al telefono col Dott. Aparo per quanto riguarda l'inizio di un possibile tirocinio trimestrale sotto la sua supervisione. Mi ha spiegato che si occupa di un progetto un po' anomalo e mi ha consigliato di interessarmi prima dell'ambito trattato da lui..e di parlare con qualcuno che già ci ha lavorato…
Sto guardando il sito e leggendo qualche relazione e devo dire che non mi sarei aspettata di trovare un progetto così tanto affine all'idea che ho sempre personalmente avuto della responsabilità delle carceri. E' esattamente quello che speravo di trovare… e in questo momento sento tanto fresco entusiasmo.
Spero veramente tanto di poter cominciare il tirocinio trimestrale presso il vostro gruppo.. ci tengo particolarmente, anche per poter in qualche modo dare un contributo a tutto questo.. state realizzando qualcosa di davvero importante a livello umano.
Mi piacerebbe potervi incontrare se fosse possibile, anche per poter scambiare due parole dal vivo in merito a come si svolge praticamente un tirocinio in questo progetto.
Elena
Ciao Elena, propongo di vederci, se puoi, mercoledì mattina alle 11,30.
Mercoledì alle 11,30 abbiamo un appuntamento con due rappresentanti di un'associazione di Verbania; ci hanno invitati per un incontro sul tema della trasgressione.
Credo che possa essere un buon modo per entrare in contatto col gruppo.
Se ti va bene, ci vediamo mercoledì; altrimenti chiamami.
Ah, una curiosità: cos'è che speravi di trovare e che ti sembra di avere trovato nel gruppo della trasgressione?
Livia
Beh, diciamo che io sono partita fin dall’inizio con l’idea di voler fare il tirocinio in carcere.. non era tra le opzioni o le scelte possibili.. era proprio l’unico ambiente in cui avrei voluto fare tirocinio. Non conosco l’ambito né la realtà italiana in merito ..ma forti motivazioni, principalmente di ideali, mi spingono verso questo campo.
Mi sono spesso chiesta se realmente lo stato si occupasse del recupero a livello “umano” dei detenuti e che possibilità concrete di confronto, dialogo o crescita fosse in grado di offrire loro. Ma da quanto deduco leggendo le informazioni che anche l’esperienza del vostro stesso gruppo riporta, non sono molte normalmente… anzi. Soprattutto per le condizioni in cui anche gli esperti si trovano a dover lavorare.
Consideravo utopistico trovare un progetto del genere, quale è il Gruppo della Trasgressione, che si interessasse e operasse attivamente a favore di queste possibilità, quindi puoi immaginare la mia sorpresa nel trovare poi inaspettatamente delle persone che si occupano proprio di questo..
Ho sempre pensato che finché una persona è viva ha una possibilità di cambiare, crescere, imparare dai propri errori, qualunque essi siano stati. Ma per poterlo fare sono necessarie anche gli strumenti e gli aiuti che chi è nelle condizioni si mette in grado di fornire.
Un sistema di giustizia è corretto esista e meno male c’è… ma se è fine a se stesso diventa inutile. O come vedo succedere ogni giorno in qualunque ambito.. se anche chi esercita una professione cade nell’abitudine e nella routine.. si perde il senso e la responsabilità di quello che si sta facendo… E non ci si rende conto di quanto un gesto o una scelta o un aiuto di qualcuno possa cambiare la vita di una persona.
A volte mi chiedo chi sia veramente in carcere.. se chi ne è fuori o chi ne è dentro. E probabilmente chi è forzato a riflettere su quello che ha fatto spesso ritrova più coscienza di chi vive normalmente senza farsi toccare dal mondo.. nel bene e/o nel male.
Quindi ben venga la sensibilizzazione che questo gruppo porta.. spero tanto di poter dare il mio contributo.. Questa esperienza, per come la sento ancora prima che inizi, per me va la di là di quello che è un tirocinio.
Elena